L’esperienza dell’arte e della fede che il visitatore fa all’interno delle navate della Cattedrale, viene amplificata, all’esterno della chiesa, dalla presenza dei santi scolpiti sulla facciata barocca; essi sembrano conversare tra di loro, rappresentando, nell’eleganza dei gesti e nella raffinatezza delle vesti, l’importanza di questo sorprendente luogo di culto cristiano: il primo vescovo di Siracusa a sinistra, la martire Lucia a destra, la Vergine Maria al centro e gli apostoli Pietro e Paolo ai lati della grande scalinata centrale. Inseguendo i loro sguardi, impressi nella pietra calcarea, la nostra attenzione è subito calamitata verso l’alto, in direzione della grande croce a doppia traversa, simbolo della lunga e fraterna alleanza tra la Chiesa siracusana e la Chiesa d’Oriente. Appena voltate le spalle verso la grande scenografia barocca, con gli occhi rivolti alla piazza, sembra di entrare in una macchina del tempo, capace di proiettarci nella realtà culturale, sociale, politica e religiosa della prima metà del Settecento. È in questo periodo infatti che, dopo il grande terremoto del 1693, i palazzi nobiliari rinascono dalle macerie per trasformarsi in residenze di grande bellezza. Basta passeggiare col naso all’insù, sotto i balconi dalle belle inferriate in ferro battuto, per scorgere le splendide sale ornate da specchi e stucchi dorati; o restare incantati davanti alle invenzioni prospettiche e il pathos impresso da Deodato Guinaccia, nel dipinto raffigurante Santa Lucia condotta al martirio all’interno della Chiesa in fondo alla piazza.